La camminata è un'attività fisica semplice e alla portata di tutti, inclusi gli anziani. Non solo è un'attività piacevole, ma ha anche diversi benefici per la salute.
In primo luogo, la camminata può aiutare gli anziani a mantenere un peso sano. A questa età, infatti, è facile accumulare chili di troppo, ma camminare regolarmente può aiutare a bruciare calorie e mantenere un metabolismo attivo.
Inoltre, camminare può aiutare ad aumentare la forza muscolare, migliorare la flessibilità e l'equilibrio, riducendo il rischio di cadute e lesioni. Gli anziani che camminano regolarmente possono anche ridurre il rischio di sviluppare malattie croniche come il diabete, l'ipertensione arteriosa e le malattie cardiache.
Ma la camminata non ha solo benefici fisici. Può anche aiutare gli anziani a mantenere la salute mentale e il benessere emotivo. Infatti, camminare all'aria aperta può aiutare a ridurre lo stress, l'ansia e la depressione, migliorando l'umore e il benessere generale.
Inoltre, la camminata può essere un'opportunità per socializzare. Gli anziani possono camminare con amici, familiari o partecipare a gruppi di camminata organizzati, creando nuove amicizie e connessioni sociali.
Infine, la camminata è un'attività che può essere praticata praticamente ovunque e in qualsiasi momento. Non è necessario un attrezzatura costosa o una palestra, e può essere integrata nella routine quotidiana. Gli anziani possono camminare in un parco, nel quartiere o addirittura in casa.
In sintesi, la camminata è un'attività fisica semplice e accessibile che può avere diversi benefici per gli anziani, tra cui il mantenimento di un peso sano, l'aumento della forza muscolare e della flessibilità, la riduzione del rischio di malattie croniche, il miglioramento della salute mentale e sociale, e la possibilità di essere praticata ovunque e in qualsiasi momento. Quindi, se sei un anziano o hai un anziano nella tua vita, considera di integrare la camminata nella tua routine quotidiana per migliorare la salute e il benessere.
Gli anziani sono spesso vittime di truffe e frodi, in particolare quando si tratta di questioni finanziarie e di investimenti.
Questo è dovuto in parte alla loro vulnerabilità e alla loro scarsa conoscenza della tecnologia, ma anche a causa della loro naturale propensione a fidarsi degli altri e a voler aiutare gli altri. In questo articolo, esploreremo alcune delle truffe più comuni che gli anziani possono incontrare, insieme a consigli utili per proteggere se stessi e le loro finanze.
Le truffe più comuni
Ci sono diverse truffe che gli anziani possono incontrare, tra cui:
Truffe telefoniche: in cui un truffatore si fa passare per un'agenzia governativa o un'organizzazione di beneficenza e chiede informazioni personali o soldi.
Truffe sulle carte di credito: in cui i truffatori rubano informazioni sulla carta di credito per fare acquisti fraudolenti.
Truffe di investimento: in cui i truffatori offrono investimenti falsi o fraudolenti.
Truffe online: in cui i truffatori usano il phishing per ottenere informazioni personali o per installare malware sui computer degli anziani.
Truffe porta a porta: in cui i truffatori si presentano a casa degli anziani per vendere prodotti o servizi fasulli.
Come proteggere gli anziani dalle truffe
Ci sono diverse azioni che gli anziani possono prendere per proteggere se stessi dalle truffe, tra cui:
Non fornire mai informazioni personali o finanziarie a estranei, specialmente su internet o al telefono.
Non accettare offerte di investimento che sembrano troppo buone per essere vere.
Non pagare mai per prodotti o servizi che non sono stati richiesti o che sembrano sospetti.
Essere cauti riguardo alle e-mail e ai messaggi di testo che chiedono di cliccare su link o di fornire informazioni personali.
Non aprire mai la porta a venditori sconosciuti, soprattutto se promettono offerte speciali o servizi gratuiti.
Cosa fare se si è vittime di una truffa
Se un anziano sospetta di essere vittima di una truffa, ci sono alcune azioni che si possono intraprendere per proteggere se stessi e le loro finanze, tra cui:
Bloccare immediatamente la carta di credito o il conto bancario colpiti.
Segnalare la truffa alle autorità competenti, come la polizia o l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Contattare un avvocato o un'organizzazione di protezione dei consumatori per ricevere supporto legale.
Informare la famiglia e gli amici dell'accaduto, in modo che possano fornire sostegno emotivo e logistico.
Imparare dai propri errori e diventare più consapevoli delle truffe comuni per evitare di cadere nella stessa trappola in futuro.
Proteggere gli anziani dalle truffe è un compito importante e urgente per la società in cui viviamo. Gli anziani sono spesso i più vulnerabili alle truffe e ai crimini finanziari, ma ci sono azioni che possono prendere per proteggersi. In questo articolo abbiamo esaminato alcune delle truffe più comuni che gli anziani possono incontrare, insieme a consigli utili su come proteggere se stessi dalle frodi e cosa fare se si è vittime di una truffa. Con un po' di conoscenza e cautela, gli anziani possono proteggere se stessi e le loro finanze dalle truffe e godere della loro vita in modo sereno e sicuro.
Un’attività fisica regolare aiuta a mantenersi in forma sia a livello fisico che a livello mentale, e porta molti vantaggi, tra cui la riduzione del rischio di mortalità e di sviluppare malattie croniche, il miglioramento dell’equilibrio, la coordinazione, il tono dell’umore e le abilità cognitive, il potenziamento del sistema cardiovascolare e l’abbassamento dei livelli di ansia e stress.
Questo vale per tutti, ma in particolare per le persone più anziane, che con l’avanzare dell’età tendono a condurre una vita sempre più sedentaria.
Ecco alcuni consigli per capire qual è lo sport più adatto a voi.
In generale, l’OMS raccomanda alle persone tra i 18 e i 65 anni ogni settimana, dai 150 ai 300 minuti di attività fisica di intensità moderata, oppure dai 75 ai 150 minuti di attività fisica di intensità vigorosa.
Le persone dai 65 anni in su dovrebbero inoltre svolgere, almeno 3 volte alla settimana, attività fisica multicomponente (una combinazione di attività aerobica, di rafforzamento muscolare e di allenamento dell’equilibrio) per migliorare la capacità funzionale e ridurre il rischio di cadute.
Ovviamente, ogni fascia d’età ha delle attività fisiche consigliate, quindi quali sono gli sport più indicati per le persone anziane?
Tra le principali attività consigliate vi è la semplice camminata, uno sport che non richiede particolari attrezzature, mantiene il corpo in movimento, e aiuta a rafforzare ossa e articolazioni. Senza contare i benefici che porta il semplice uscire da casa e stare all’aria aperta.
Anche gli sport acquatici come il nuoto o la ginnastica dolce da svolgere in acqua, indicati specialmente in caso di problemi motori, sono molto indicati perché forniscono la giusta dose di allenamento, grazie alla leggera resistenza prodotta dall’acqua, senza sovraccaricare anche e ginocchia.
Per chi vuole conoscere persone nuove e svolgere un’attività in compagnia, invece, si consigliano le lezioni di ginnastica dolce, o i corsi di ballo per anziani. Il ballo in particolare aumenta la coordinazione psicomotoria, rinforza ossa e muscoli, e permette di divertirsi grazie alla musica!
Ultimi, ma non per importanza, il pilates e lo yoga, due attività che combinano movimento di ginnastica dolce e di coordinazione motoria, e che permettono il miglioramento dell’equilibrio, della mobilità e della postura.
Buone notizie: la Legge di Bilancio 2023 ha prorogato il bonus per l’abbattimento di barriere architettoniche, vale a dire una detrazione d’imposta del 75% delle spese documentate sostenute per gli interventi di miglioramento dell’accessibilità in edifici già esistenti, fino al 31 dicembre 2025. Tale bonus è detraibile in 5 quote annuali e si applica a tutte le opere idonee a rendere gli edifici e le abitazioni accessibili e fruibili ai soggetti con disabilità o con ridotta mobilità, come ad esempio l’installazione di nuovi impianti montascale, ascensori e pedane.
La detrazione presenta un limite massimo di spesa che cambia in base agli edifici interessati:
50mila euro per gli edifici unifamiliari o le unità immobiliari collocate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e con uno o più accessi autonomi dall’esterno;
40mila euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da 2 a 8 unità immobiliari;
30mila euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da oltre 8 unità immobiliari.
Inoltre, a differenza del bonus introdotto con la Legge di Bilancio precedente, viene inserito un nuovo requisito da soddisfare: “Per le deliberazioni in sede di assemblea condominiale […] è necessaria la maggioranza dei partecipanti all’assemblea che rappresenti almeno un terzo del valore millesimale dell’edificio”.
La detrazione, dice l’Agenzia delle Entrate, “spetta anche per gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche nonché, in caso di sostituzione dell’impianto, per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dei materiali e dell’impianto sostituito”. Per usufruire dell’agevolazione, gli interventi devono rispettare i requisiti previsti dal decreto del ministro dei Lavori pubblici n. 236 del 14 giugno 1989, quindi dimensioni e caratteristiche devono essere a norma.
Possono usufruire del bonus barriere architettoniche - anche nel 2023 - persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni, gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale, le società semplici, le associazioni tra professionisti e i soggetti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, enti, società di persone, società di capitali). Restano esclusi coloro che possiedono solo redditi assoggettati a tassazione separata o a imposta sostitutiva, in quanto l’agevolazione consiste in una detrazione del 75% dall’imposta lorda.
Tra gli interventi che possono far accedere all’agevolazione ci sono: installazione ascensori e montacarichi; installazione montascale; realizzazione di un elevatore esterno; costruzione rampe; interventi atti a favorire la mobilità interna attraverso l’utilizzo della comunicazione, della robotica e di ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, ristrutturazione viali d’accesso per ipovedenti; sistemazione posti auto con la creazione di aree di parcheggio riservate ai disabili; interventi di adeguamento di servizi igienici e lavori di sistemazione di impianti elettrici e citofoni e domotici, per consentire a tutti piena accessibilità, manovrabilità e utilizzo degli appartamenti.
L’obiettivo del superamento di tutti i tipi di barriere, non solo quelle fisiche, ma anche quelle culturali, ambientali e sociali, è diffondere e affermare la cultura delle pari opportunità.
Una barriera architettonica è, per definizione, un elemento che limita o impedisce ad una persona con disabilità l’utilizzazione di uno spazio o l’accesso ad un servizio. Ma, mentre una barriera fisicamente riconoscibile può essere abbattuta con mezzi concreti come unmontascaleo unelevatore, più difficile risulta individuare e annullare una barriera "invisibile", fatta di incomprensione, incomunicabilità e indifferenza, che procura alla persona disabile un danno altrettanto grande e forse anche maggiore, perché meno controllabile e per il quale non riesce a trovare rimedio.
- Una battaglia che inizia presto ad essere combattuta
Fin da bambino, il soggetto con disabilità si trova a dover affrontare la difficoltà di instaurare relazioni distese e naturali, avvertendo principalmente le differenze con gli altri: a causa della sua menomazione, gli viene spesso preclusa la possibilità di avere rapporti armoniosi e privi di pregiudizio. Inoltre, le influenze ambientali e culturali sono spesso così pressanti da condizionare lo sviluppo fisico e mentale del disabile, nonché la sua capacità di relazionarsi.
La disabilità, del resto, è un’innegabile condizione di svantaggio, che rende più difficoltosa la vita quotidiana e l’acquisizione di un ruolo nella società. Per cercare di superare questa "impasse", agevolando i rapporti interpersonali con tutti i componenti della società, quindi anche con le persone disabili, bisogna costruire un ambiente nel quale tutti siano in grado di accettare tutti.
Dimenticando la distinzione basata sulle capacità fisiche e sulle abilità che qualificano come normodotati coloro che hanno avuto la fortuna di non dover sopportare una disabilità per la vita, si entra nell’ordine di idee che ci sono le "persone", con i loro momenti di gioia e di dolore, con le loro diversità e peculiarità, accomunate da quello strano percorso a ostacoli, più o meno alti, che è la vita.
- Progettare rapporti umani attraverso la cultura dell’inclusione
Esiste tutta una gamma di sottili dinamiche che incidono sull’atteggiamento di chi si rapporta ad una persona disabile. Nel tentativo di relazionarsi con gli altri bisogna sempre tener presente che ogni comportamento è una comunicazione che provoca una risposta, rappresentata da un altro comportamento e influenzata da quanto viene comunicato e recepito. In pratica, il sentire comune condiziona, anche se in parte, le reazioni di tutti i membri di una società.
Promuovere e stimolare la fruizione di spazi e servizi per le persone disabili, progettare ambienti e situazioni totalmente accessibili a tutti, e quindi informare, educare e sensibilizzare, serve a raggiungere l’obiettivo dell’inclusione sociale e dell’uguaglianza sostanziale, nella comprensione e nel rispetto delle differenze.
L’accettazione di una condizione di disabilità è il passo decisivo per instaurare rapporti sereni con la persona che vive una menomazione, preferendo un comportamento che, al contrario della rassegnazione, dal carattere passivo e negativo, si concretizza in accettazione, una sensazione propositiva e aperta al dialogo che arricchisce il rapporto.
- Costruire rapporti equilibrati per superare l’indifferenza
Molto spesso la persona affetta da disabilità viene raggiunta da una serie di messaggi, azioni e comportamenti ambigui da parte di chi la circonda, che possono di per sé essere particolarmente disturbanti dal punto di vista psicologico e possono confonderla.
La conseguenza di quelle azioni può essere il rifiuto del disabile di interagire con chi, a priori, emette un giudizio senza avere conoscenza della sua personalità e del suo effettivo valore. Non avrebbe molto senso, in effetti, relazionarsi con chi assegna prevalenza al fattore disabilità, considerandolo come un marchio di fabbrica che qualifica il soggetto affetto da menomazione, al di là di qualunque altra valutazione e senza preoccuparsi di andare oltre.
Il disabile percepisce che la sua condizione costituisce un pregiudizio e questo gli provoca una sensazione di discriminazione, che inevitabilmente si trasforma in delusione e avvilimento e, alcune volte, lo porta al rifiuto di socializzare. Ogni essere umano interagisce in maniera diversa a seconda della persona con cui si rapporta e ciò vale a maggior ragione per il disabile: se riceve messaggi controversi o di rifiuto, se avverte disagio nella persona che gli sta davanti, è inevitabile che reagisca emotivamente, comportandosi in modo corrispondente all’atteggiamento altrui e allontanandosi a sua volta.
- Comunicazione e giusto modo di relazionarsi
Ciò che vale in tutti i rapporti interpersonali vale anche per le relazioni che si instaurano con un disabile: sono proprio la quantità e la qualità di contatto con l’ambiente e con i singoli individui che lo compongono, a promuoverne la nascita e lo sviluppo. Per questo è importante che il disabile si senta circondato da stimoli adeguati, come l’interessamento per le sue opinioni, i complimenti sinceri per un traguardo raggiunto, una critica costruttiva che lo aiuti a migliorare.
Nella società di oggi, diversamente da quanto succedeva in passato, fin dal momento in cui un bambino disabile inizia a frequentare la scuola, è più facile trovare un compagno disponibile ad accettare le sue differenze. Gli insegnanti hanno appreso nuove forme di gratificazione, ma anche di disapprovazione, che tendono a livellare i rapporti con tutti gli allievi, disabili o meno. Contemporaneamente si adotta un insegnamento mirato e personalizzato.
Non resta che auspicare una sempre crescente sensibilità sociale, che passi anche attraverso la preparazione degli operatori tecnici, come gli educatori e gli assistenti, ma anche attraverso i componenti della famiglia, che devono imparare ad indirizzare il disabile verso comportamenti adeguati, evitando atteggiamenti preconcetti o timorosi e aiutandolo a crescere integrandosi.
La battaglia condotta per giungere all’eliminazione di ogni genere di barriere è ancora lontana dal suo epilogo felice e non smette di essere combattuta giorno per giorno. Si compone di percorsi che richiedono tempo ed energia emotiva, ma che, se vengono spesi da tutte le parti, possono sviluppare un sentire comune sempre più diffuso, in grado di abbattere anche le barriere invisibili.