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La mente giovane: allenare l'intelletto in terza età

Tutto si deteriora col passare del tempo, anche il cervello. Tuttavia, il cervello può essere considerato un muscolo e in quanto tale necessita di un buon allenamento, in modo da mantenersi sempre attivo.
Mantenere il cervello giovane anche nella terza età non richiede un impegno eccessivo. Bisogna solo essere costanti ed essere disposti a cambiare alcune abitudini.
Ecco qualche consiglio per mantenere la mente allenata e in forma.

Leggere, leggere, leggere

La lettura è una delle attività migliori per mantenere il cervello giovane. Non solo aiuta ad accrescere la propria cultura generale ed è un'attività davvero piacevole, che permette di viaggiare stando comodamente seduti sul divano di casa, ma ha anche degli enormi benefici sul cervello.

Leggere un libro o un giornale comporta memoria e concentrazione, altrimenti non riusciremmo a seguire la trama e comprendere l'argomento. Infatti, molte ricerche hanno confermato che leggere più libri alla volta permette un ingente rafforzamento di questa abilità. Inoltre, la sensazione di piacere che si prova quando si legge un buon libro, aiuta nel miglioramento delle funzioni esecutive del cervello.

Un, due, tre

In questo caso, il ballo concilia l'allenamento fisico e quello mentale, naturalmente sempre previo consenso del proprio medico. Ballare aiuta nello sviluppo della psicomotricità e della coordinazione. Tuttavia, va specificato che sono i balli con coreografia a dare questi benefici. Ballare in modo casuale è sicuramente divertente e utile a mantenere una buona forma fisica, ma non apporta miglioramenti significativi al cervello. Imparando invece una coreografia, si migliora la memoria e la coordinazione, mantenendo elastico il cervello.

La calma dopo la tempesta

Se il ballo coreografico aiuta la coordinazione motoria, la meditazione aiuta a liberarci dallo stress. La meditazione rappresenta un momento in cui ci connettiamo con noi stessi e ci liberiamo da tutto ciò che ci provoca stress. L'ormone responsabile dello stress è il cortisolo e quando il cervello ne è pieno, non lavora bene e a lungo andare può avere degli effetti disastrosi. La meditazione aiuta appunto il cervello a liberarsi degli eccessi di questo fastidioso ormone, migliorando le funzioni del cervello.

Allenare la mente divertendosi

Un modo fantastico per allenare il cervello sono i classici giochi fatti appositamente per questo. Uno dei più famosi è il test di Stroop. Al soggetto a cui viene somministrato il test, vengono mostrati dei nomi di colori, ma con un colore di inchiostro diverso. Il colore della parola è l'informazione rilevante e non il significato della parola. Il soggetto deve riuscire a nominare il colore dell'inchiostro e non della parola. Sembra facile, ma quando si presentano le parole tutte di seguito la sfida si fa dura.
Potete poi provare a invertire le mani. Invece di usare, per esempio, la destra per scrivere, usate la sinistra o viceversa. Dopo un po' di allenamento, sarete in grado di scrivere con la mano non dominante e noterete un miglioramento nella calligrafia. Oltre a scrivere, potete provare anche a svolgere le normali attività quotidiane, come lavarsi i denti e pettinarsi.
Chi non si ricorda Memory? Tutti ci abbiamo giocato almeno una volta nella vita. Ricordarsi dove si trovano le coppie di carte è un ottimo modo per allenare la memoria e rallentare l'invecchiamento cerebrale.
Il brainstorming è un altro dei tanti metodi da mettere in atto affinché il cervello invecchi più lentamente. Pensate ad un'attività che svolgete tutti i giorni, prendete un foglio e pensate ad altri venti, trenta, quaranta modi di farla, tutti diversi. Non pensate se sono fattibili o meno. Scatenate la fantasia. Costruire immagini mentali, liberi da qualsiasi vincolo logico, permette al cervello di avere un potente stimolo che lo fa lavorare in modo efficiente ed efficace.
Dulcis in fundo, i sudoku e i cruciverba. Questi due semplici passatempi restano dei classici intramontabili dell'allenamento mentale. Da alcune ricerche è infatti emerso che i cruciverba rallenterebbero l'insorgenza del morbo di Alzheimer e migliorerebbero la memoria a lungo termine. La forma rompicapo dei sudoku, invece, genera una sostanza chimica in grado di allungare la giovinezza cerebrale degli over 60 di ben 14 anni.

Nutrire il cervello

Un altro fattore molto importante per mantenere in forma il cervello è l'alimentazione. Si sa, siamo ciò che mangiamo e anche in questo caso, l'alimentazione fa molto. Vi sono dei cibi in particolare che aiutano a rinvigorire e rafforzare le funzioni esecutive del cervello (ma ricordate sempre di non prendere iniziative senza prima consultarvi con il vostro medico).
Il pesce, soprattutto, quello azzurro è uno di questi. Esso contiene Omega-3, che aiuta il cervello a mantenersi giovane e attivo. Anche le noci contengono Omega-3 in grandi quantità e vitamina E, che aiuta a prevenire la demenza senile.
Il curry, invece, è ricco di antiossidanti e protegge i neuroni dal morbo di Alzheimer. In India, infatti, vi è un'incidenza sette volte minore di malattie degenerative, rispetto agli Stati Uniti.
La barbabietola è famosa per il suo contributo nel migliorare le sinapsi del cervello e nell'aumentare la velocità di ragionamento.
Se siete degli amanti del cioccolato, ci sono delle buone notizie. Il cioccolato aiuta il cervello a mantenersi giovane, purché sia fondente. Esso infatti è in grado di prevenire l'insorgenza di malattie degenerative, grazie alle sue ingenti quantità di antiossidanti.
Infine, un altro alimento ricco di antiossidanti è il mirtillo, così come tutti gli altri frutti rossi. Esso aiuta a rallentare l'invecchiamento cerebrale e a migliorare le capacità cognitive e motorie, ostacolando l'insorgenza di danni neuronali.

Giovani Anziani e Anziani Giovani: quanto può il carattere invecchiarci o ringiovanirci?

Si dice che l'età anagrafica sia solo un dettaglio. Ad affermarlo sono tantissimi over 70 che, raggiunta quella che dovrebbe essere la terza giovinezza, riscoprono una voglia di vivere e un'energia forse mai sentita in precedenza. Sarà l'esperienza maturata negli anni oppure una maggiore consapevolezza di come funziona il mondo, sta di fatto che la vitalità di un "anziano giovane" spesso è incomparabile rispetto alla vitalità di un "giovane anziano".

Il tempo viene gestito meglio, organizzato e programmato in ogni minimo dettaglio, si ha la capacità di assaporare le piccole cose e di vivere con maggior vigore quella che è la propria giornata. Il pensionamento lascia spazio alla possibilità di coltivare le passioni e di seguire uno o più hobby e non manca chi, in virtù di una vita trascorsa fra sacrifici e rinunce, decide che è arrivato il momento giusto di godersi un po' la vita.

Viaggi, vacanze, trasferte sono solo alcune delle attività svolte dagli anziani giovani... Se salpare dal porto potrebbe risultare faticoso c'è sempre qualcuno pronto a imparare nuove cose.

Dall'altro lato i giovani anziani, una schiera di ragazzi e di adulti la cui vitalità si esaurisce all'interno di uno smartphone. Ovattati nelle loro cuffiette o immersi tra una chat e un post, la generazione di oggi è formata da persone che programmano la loro vita in nome di un valore chiamato social. Che poi di social ci sta ben poco visto che gli incontri non vanno al di là di uno schermo: basta parlarsi con un messaggio, rispondere ad un commento ed il gioco è fatto. Un'amicizia, un amore o un semplice interesse possono essere intrapresi anche solo su internet.

Ed ancora. La società moderna ci spinge a vivere secondo canoni strettamente legati al tempo ed alla moda. Il primo scorre troppo veloce e la seconda detta regole che spesso sembrano essere incomprensibili. Non basta seguire le proprie passioni per godere della soddisfazione che si prova nel realizzare un obiettivo, perché quello che conta è piacere agli altri e mantenere il passo con le tendenze del momento. E chi non riesce in questo intento rimane immobile dietro ad uno schermo con la speranza, un giorno, di coronare i propri sogni.

Come spiegare questa contraddizione, ossia giovani che si sentono anziani e anziani che riscoprono una nuova giovinezza?

Sicuramente il merito va al carattere, cioè alla capacità di saper condurre la propria vita non con atteggiamento passivo e indifferente, quanto invece con piglio attivo e partecipe.

Il carattere di una persona denota il temperamento, il comportamento che egli assume con sé stesso e con l'ambiente circostante. Un individuo può essere allegro, passionale, espansivo, altruista ma anche impassibile, introverso, pauroso o timido. Il carattere è quel tratto della personalità di ciascuno che ci contraddistingue dal resto delle persone, ma anche quella risposta agli stimoli esterni nell'interazione con la società. Il carattere di una persona si forma nel corso del tempo e può essere influenzato da diversi fattori quali l'esperienza (positiva o negativa), l'educazione e la comunità in cui si vive. Però il carattere può essere anche foggiato laddove capiamo che qualcosa non va. Il carattere è il nostro biglietto da visita, una parte della nostra identità: racconta quello che noi siamo, ciò che pensiamo ma anche il nostro modo di concepire i rapporti sociali.

Il carattere influenza molto il nostro modo di pensare e ci fa percepire in maniera diversa la realtà che si presenta ai nostri occhi. Infatti sono tanti i giovani che vedono il loro futuro buio e senza via di uscita a differenza di molti adulti che riescono a trovate una soluzione anche al problema più complesso. Certamente l'esperienza gioca un ruolo fondamentale nell'affrontare gli ostacoli che la vita ci riserva, ma è anche vero che spesse volte tendiamo a dare peso a questioni che andrebbero esaminate con maggiore leggerezza.

Appunto, la leggerezza. Un anziano giovane è più propenso a vivere con facilità il proprio tempo dando maggiore importanza all'essenza delle cose anziché alle futilità delle questioni. Questo non significa vivere con superficialità le esperienze della vita quanto invece lasciare alle spalle tutto quello che è insignificante. Un anziano giovane tende a sottovalutare il pensiero degli altri prendendo in considerazione esclusivamente il proprio benessere e la necessità di vivere serenamente.

Molti giovani di oggi si rinchiudono nel loro mondo consapevoli che tale scelta sia la migliore soluzione per essere accettati dalla società. Si rinuncia al benessere, si predilige il sacrificio e l'omologazione è la via da percorrere per avere considerazione tra gli amici. I propri desideri, le ambizioni e le inclinazioni sono sottomesse in nome di un qualcosa che dura il tempo di un commento sui social e si finisce col confondere ciò che si desidera con quello che gli altri vogliono da noi. Un anziano giovane, viceversa, vuole affermarsi con il desiderio di cogliere l'attimo prima che l'attimo stesso fugga via. Questa cognizione permette alle persone di percepire il tempo non come qualcosa che passa e non può più essere recuperato, ma come un metro di misurazione per dar sfogo alle proprie inclinazioni. La vergogna si trasforma in necessità di vivere quello che la vita vuole offrire e la paura di apparire sbagliati viene sconfitta dal desiderio di godere del giorno in ogni minimo istante. È così che l'anziano giovane affronta la quotidianità: partecipare in maniera assoluta alle opportunità che si presentano.

L'uomo è protagonista della sua vita ed ha la possibilità di organizzarla sulla base dei propri bisogni. Il carattere, pur essendo difficile da cambiare, può benissimo essere plasmato affinché un giovane possa essere tale senza avere paura di sbagliare. L'anziano, in questo contesto, può aiutare molto ed insegnare che vivere non è rinunciare alle passioni: la giovinezza non è un fattore d'età ma un modo di concepire la realtà che ci circonda. Da un anziano giovane è possibile imparare tanto come ad esempio gestire meglio il tempo, beneficiare dei piccoli momenti, avere una visione del mondo che sia aperta all'accettazione dell'altro. Un anziano giovane sicuramente dirà che la nostra esistenza è preziosa e ogni suo singolo istante vale la pena di essere vissuto. Un anziano giovane dirà di riporre lo smartphone all'interno di un cassetto e di assaporare la bellezza di una passeggiata in riva al mare. Dirà altresì di combattere per un ideale, di rialzarsi ad ogni sconfitta e di impegnarsi con tutta la forza affinché il futuro possa essere migliore.

Disabilità e progresso: come la tecnologia sta cambiando la vita delle persone disabili.

Le maggiori difficoltà dovute alla disabilità

Fino a qualche decennio fa una persona disabile si trovava in condizioni psico fisiche non poco difficoltose. La bassa autonomia e la continua dipendenza dall'assistenza altrui causavano non pochi disagi morali, i quali spesso facevano sentire la persona diversa ed emarginata dalla società. Grande problema esisteva anche a livello pratico: il trasporto e gli aiuti finalizzati al compimento delle azioni quotidiane causavano molta fatica non solo a chi prestava assistenza, ma anche al disabile stesso. Basta pensare alle sedie a rotelle, costruite con materiali pesanti e difficili da maneggiare, e nei luoghi pubblici era raro trovare ausili quali montascale per disabili o piattaforme elevatrici per disabili.
Discorso analogo può essere fatto pensando alle funzioni non facenti parte della sfera motoria: disabile è anche chi è affetto da handicap fonatorio. Non ci si sofferma spesso a rifletterci, ma la difficoltà nella comunicazione è una condizione parecchio frustrante che ha creato non pochi problemi a queste persone nel corso degli anni.
Al giorno d'oggi, tutte le situazioni difficoltose riguardanti tali particolari condizioni, pur non essendo ancora state del tutto superate, hanno registrato consistenti miglioramenti. Ciò è avvenuto grazie a diversi fattori, come il graduale cambiamento della mentalità e l'avanzamento della cultura ma, sicuramente di primaria importanza, è stato il progresso in ambito tecnologico. Oggi vediamo come le nuove invenzioni siano riuscite a contribuire nel miglioramento della vita di un disabile.

Una panoramica sulle tecnologie al supporto dei disabili

Quando si nomina la tecnologia, il primo pensiero che sorge alla mente è sicuramente l'enorme quantità di dispositivi che nel giro di pochi anni hanno invaso le nostre case e mutato completamente la vita di tutti. A giovare di un grande cambiamento è stata soprattutto la vita dei disabili.
Molti strumenti innovativi sono oggi utilizzati per rendere di nuovo possibile tante azioni, del tutto comuni, come mangiare, parlare, leggere, che un disabile ha avuto fino ad oggi enormi difficoltà a compiere a causa della patologia specifica da cui è affetto. Il discorso però non si ferma a questo: la tecnologia ha permesso la realizzazione di nuovi macchinari utilizzati anche in ambito medico che hanno fornito un enorme supporto alle cure e alle terapie destinate a controllare il quadro generale della patologia.
Oltre a tutto questo, anche gli stessi dispositivi digitali utilizzati da tutti noi oggi rendono migliore la vita del disabile. Attraverso i social network e le app di messaggistica viene incentivata la sua vita sociale e si trova agevolato nell'interazione con amici e parenti.
Ovviamente abbiamo diverse tipologie di strumenti a seconda della disabilità specifica di una persona.

Tecnologia al servizio delle disabilità motorie

Il più classico degli esempi è quello legato alle difficoltà motorie. Al servizio di chi ha problemi a camminare troviamo oggi sedie a rotelle realizzate in materiali leggeri e comodi per uno spostamento facile e veloce, sia se compiuto in autonomia sia se dovuto alla spinta da parte di un'altra persona. In più esistono anche quelle elettriche, le quali non richiedono il minimo sforzo fisico, ma con cui il disabile può spostarsi autonomamente in maniera anche molto comoda, manovrando gli spostamenti attraverso un pratico joypad. Oltre a queste sono in continua evoluzione, e si registrano velocemente grossi miglioramenti nella tecnologia dedicatavi, le protesi. Mentre agli albori queste erano per lo più un aggiunta estetica o un semplice supporto di appoggio, oggi conferiscono sempre più mobilità permettendo anche di correre e praticare sport. Tra gli acerrimi nemici di chi soffre di problemi motori figurano sicuramente le scale. Elevatori e montascale sono riusciti a distruggere completamente le barriere imposte alle persone disabili dall'architettura. Questi non solo possono essere installati nella propria abitazione, ma si trovano spesso nei luoghi pubblici per permettere a chiunque, senza alcuna distinzione, di accedervi.
Anche se ancora in fase sperimentale, enormi passi in avanti vengono fatti nel campo della robotica. In Giappone è in corso la programmazione e lo sviluppo di un esoscheletro destinato a supportare la locomozione chi è affetto da disabilità motorie.

Tecnologia al servizio dei non udenti

Chi non riesce a percepire i suoni vive come in una bolla. Particolarmente frustrante è percepire immagini in movimento senza riuscire ad ascoltare voci, suoni e rumori. Anche in questo senso la tecnologia fornisce un enorme supporto. Partendo da chi l'udito non lo ha perso del tutto, sono disponibili oggi apparecchi acustici sempre più innovativi, attraverso i quali il suono viene amplificato tanto quanto necessita lo specifico paziente. Nei casi più seri, dove l'udito manca completamente, sono oggi possibili delle particolari operazioni con cui viene impiantato una specie di "orecchio robotico" accanto alle aree del cervello interessate. Numerosi supporti più immediati e semplici vengono offerti da pratiche applicazioni per smartphone. Esistono quelle che trasformano in testo le parole di un ipotetico interlocutore rendendo più facile e agevole sostenere una conversazione. Per alcune di queste non viene percepita e trascritta soltanto la voce di una persona presente, ma anche di chi sta parlando al telefono con il disabile: questo sosterrà la telefonata leggendo sul display le parole pronunciate da chi sta dall'altro lato della cornetta. Si possono poi trovare altre app che favoriscono la comunicazione guidando il disabile all'apprendimento della lingua dei segni.

Tecnologie al servizio dei non vedenti

Infine, meritano sicuramente di essere menzionate le tecnologie messe al servizio di chi ha una disabilità visiva. Da diversi anni è cominciata la diffusione dei libri tattili per permettere a queste persone di leggere seguendo i caratteri con le dita. Utilissimi alla sicurezza sono i braccialetti sonori che vengono programmati per avvisare il suo possessore di tutto ciò che gli accade intorno. Anche in questo caso una persona disabile può servirsi di alcune app facilmente scaricabili su smartphone. Tra le migliori ve ne sono alcune adibite alla lettura di cartelli, insegne o documenti in tempo reale.
A parte questo genere di soluzioni, anche la tecnologia applicata direttamente in campo medico sta facendo passi da gigante. Il settore scientifico sta studiando il modo per intervenire sui geni e permettere alle persone non vedenti di recuperare la vista. Si tratta comunque ancora di tecniche sperimentali e molto diverse tra loro, ciascuna specifica per ogni tipo di patologia.

La disabilità spiegata ai bambini: conoscere per accettare ed accogliere

Bambini e disabilità: come introdurre i più piccoli all'accettazione


Quello della disabilità è un concetto assai delicato da trattare, indipendentemente dall'età del proprio interlocutore. Ma la delicatezza del tema si acuisce ulteriormente quando il discorso è rivolto ai bambini, per loro natura non sempre pronti a quella che, ai loro occhi, potrebbe apparire come una stranezza, una diversità o, nei casi più complicati, un potenziale oggetto di scherno. Tuttavia, è proprio in età infantile, prescolare e scolare che è possibile trasmettere ai bambini valori profondi, insegnamenti che i piccoli possono portarsi dietro per tutta la vita se assorbiti a dovere. L'accettazione della disabilità da parte dei bambini fa parte esattamente di tutta quella serie di lezioni di vita necessarie per far comprendere ai più piccoli valori come il rispetto verso il prossimo, l'altruismo e l'uguaglianza, e minore è l'età dei bambini, meglio si potranno consolidare tali valori all'interno della sua mente. Per arrivare a una comprensione chiara e a un'accettazione definitiva della disabilità altrui, però, un genitore, un insegnante o un tutore devono necessariamente passare da alcuni step prefissati affinché i concetti esposti ai bambini possano essere recepiti nella miglior maniera possibile. Il primo step coincide proprio con una introduzione dei bambini al mondo della disabilità, il tutto facilitato attraverso spiegazioni, filmati pedagogici o, perché no, l'intervento di specialisti del settore, personale medico qualificato che abbia la possibilità di intervenire negli asili e nelle scuole per offrire ai più piccoli un parere ancor più chiarificatorio e rassicurante. Il secondo step riguarda la messa in pratica dei concetti appresi, di modo tale da verificare che il bambino (o i bambini) abbiano effettivamente preso coscienza di quanto insegnato loro in precedenza. Infine vi è un terzo step, vale a dire l'accettazione vera e propria e l'accoglienza delle persone (coetanei, adulti o di minore età) affette da disabilità.

L'introduzione dei bambini al mondo della disabilità


Partiamo dal primo step citato, ossia l'introduzione dei bambini al mondo della disabilità. Di per sé non si tratta di un'operazione semplice: che si agisca in qualità di genitori del bambino, di tutori o di insegnanti, ci si trova di fronte a un procedimento ostico, ma che può essere affrontato con semplicità qualora si possiedano gli strumenti adatti per affrontare il caso. Inoltre, un fattore della questione da non trascurare è la collaborazione del bambino. Spesso, per quanto ci si tirino su le maniche, tentare di inculcare concetti delicati a infanti dal carattere pepato diviene un'impresa ancor più ardua. Non tutti i bambini, infatti, sono propensi per questioni caratteriali ad accettare ciò che potrebbe apparire diverso dalla norma, una norma che loro ritengono fondata esclusivamente sul loro aspetto e su quello dei bambini da loro considerati "sani". Ed è proprio in questi frangenti che, senza farsi prendere dal panico, conviene rivolgersi ad esperti del settore: psicologi, psicoterapeuti o semplici insegnanti, chiunque sia in grado di rapportarsi con il bambino cercando di fargli comprendere al meglio questioni di particolare delicatezza. La linea guida da seguire resta sempre la stessa: al piccolo andrà spiegato che la disabilità è una condizione assolutamente normale negli esseri umani, e che non modifica in alcun modo il coinvolgimento del disabile in qualsivoglia attività sociale. Il lavoro sul piccolo potrebbe durare qualche giorno, addirittura qualche settimana per i bambini più restii ad accettare il "diverso", ma lavorando con dovizia si potranno ottenere risultati soddisfacenti sotto tutti i punti di vista.

La messa in pratica degli insegnamenti


Ma, più nel dettaglio, come si devono comportare i bambini nella pratica? Qual è il comportamento da mantenere nelle situazioni più varie che li coinvolgono nei rapporti con un disabile? Siamo entrati nel secondo step, il più delicato in assoluto per via delle prime conseguenze degli insegnamenti impartiti ai piccoli. In questa fase, infatti, è possibile riscontrare se le parole, i toni morbidi e i discorsi tramandati ai bambini abbiano realmente sortito un determinato effetto, divenendo parte integrante della mentalità del piccolo e dei suoi modi di fare. Osservare le conseguenze di una lezione o di un rimprovero è semplice, ma anche in questo caso può tornare utile rivolersi ai già citati specialisti per tenere sotto controllo i bambini: come si comportano i piccoli di fronte a un disabile? Quale tipologia di atteggiamento mantengono nei suoi confronti? E come coinvolgono il disabile nelle attività quotidiane che, ad esempio, vengono svolte durante l'orario di scuola? Per rispondere a tutte queste domande è ovviamente necessario fare affidamento su insegnanti e maestri, i quali hanno la possibilità di tenere sott'occhio i bambini per gran parte della loro giornata vissuta all'interno delle mura scolastiche. Tuttavia, se i discorsi fatti in precedenza non dovessero bastare a garantire un livello accettabile di rispetto nei confronti dei disabili, un ulteriore consiglio da tenere in considerazione riguarda l'eventualità di fare visita a centri e strutture specializzate ospitanti disabili, o comunque dedite al sostegno per le persone affette da una disabilità più o meno grave a seconda dei singoli casi. La visita all'interno di centri di questo tipo può rivelarsi di notevole importanza per un bambino, potendo egli toccare con mano cosa significa vivere con una disabilità e al contempo comprendere che, in fin dei conti, si tratta di una condizione di vita come un'altra.

L'accettazione del disabile


Infine, terzo e ultimo step riguarda la definitiva accettazione del disabile. Se si avrà operato con calma e attenzione, quello di accettare una persona affetta da disabilità si dimostrerà un processo naturale e mai forzato. A tal proposito, però, vale la pena sottolineare un altro aspetto della questione: il bambino, nel percorso che porta all'accoglienza del disabile come un evento del tutto normale e naturale nella propria vita, non andrà affatto forzato nei tempi. Ogni fanciullo, infatti, possiede un cervello diverso da un suo coetaneo, e i tempi di maturazione possono variare con grande facilità da un individuo all'altro. Ma, come già specificato, non ci sarà nulla di cui preoccuparsi: il cervello dei bambini, per quanto effettivamente ancora in via di sviluppo rispetto a quello di un adulto, è naturalmente propenso ad accettare insegnamenti basilari come quelli relativi all'accettazione del concetto di disabilità, motivo per cui non si dovrà fare altro che attendere che il piccolo dimostri di aver compreso appieno la reale normalità che si cela dietro la vita di un disabile.

Primavera 2019 - One Toscana Montascale al Meeting Nazionale di Centaurus Rete Italia

Era presente anche One Toscana Montascale al tradizionale meeting di primavera del gruppo nazionale Centaurus Rete Italia, di cui l'azienda è partner e affiliato per la Toscana.

Al meeting, tenutosi come di consueto nell'incantevole cornice del Lago d'Iseo nel cuore della Franciacorta (BS) a voluto partecipare personalmente Gianfranco Barbetta, con il consueto interesse e questa volta anche con la motivazione aggiuntiva di voler essere presente di persona alla presentazione ufficiale di diverse novità molto interessanti per il settore e per il gruppo.

In particolare questo meeting è stata l'occasione per la presentazione ufficiale di 2 nuovi prodotti del catalogo 2019:

- MODULO 3000: la cucina accessibile per disabili in carrozzina

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- FREEDOM TRAX: l'inarrestabile cingolato, prodotto molto interessante e innovativo.

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